Mariella Chiarini

Tofano e Ghita dal Decameron di G. Boccaccio

La novella di“Tofano e Ghita” appartiene a quel gruppo numeroso e vario di novelle di Boccaccio, i cui casi, per lo più a fine lieto, non sono nobili e i cui eroi sono spregiudicati, non limitati da nessuna preoccupazione ultraterrena. Ghita è una delle tante donnette dai sensi desti e dalla mente pronta. Si ha qui un altro grande motivo del Decameron: la celebrazione dell’intelligenza alacre e dell’astuzia congiunta all’irrisione degli sciocchi e dei creduli. Questo motivo permette al Boccaccio di esaurire la descrizione della società del suo tempo in tutti i suoi aspetti, componendo una “commedia umana” nella quale, sottratto a fini provvidenziali e a volontà sovrumane, l’uomo appare abbandonato alle sue sole forze, mosso solo dai suoi appetiti, limitato solo dall’intelligenza dei suoi eventuali avversari.